La Bonarda Piemontese è un vitigno a bacca nera allevato nelle colline che si estendono da Torino fino al nord astigiano, di cui si trova traccia nel catalogo ‘Delle viti italiane’, scritto nel 1825 da Giuseppe Acerbi. Sarà in seguito Giuseppe Di Rovasenda (1877) ad individuarne la specificità genetica, distinguendola di fatto dalle altre uve fin lì conosciute.

Talvolta confusa con la Croatina o l’Uva Rara, la Bonarda Piemontese si è con il passare del tempo diffusa nei distretti vitivinicoli a cavallo tra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, raggiungendo anche la lontana Argentina. Furono infatti tanti i tanti migranti piemontesi che partendo alla volta del nuovo mondo ne portarono con sé alcune barbatelle, per ricordare il loro legame con la propria terra d’origine.

Vitigno vigoroso e fertile, è caratterizzato da note floreali, mediamente acido e tannico. Oltre che in purezza viene oggi vinificata spesso assieme alla Barbera, contribuendo ad arricchirne il bouquet aromatico.